Nei giorni scorsi è accaduto che Lola, una giovane aquila di Bonelli, nata nella primavera di quest’anno, nel suo lungo girovagare nei cieli di Sicilia, abbia deciso di spingersi oltre la terraferma per raggiungere le isole di Levanzo e Favignana. Qui l’animale ha sostato per un paio di giorni, per poi tornare sulla terraferma.
Finora i ricercatori del LIFE ConRaSi, che dal 2017 seguono costantemente 19 aquile dotate di trasmettitori satellitari (ridottesi a 18 per la morte di Pumba), non avevano mai registrato un simile “sconfinamento”, che era, però, piuttosto atteso, anche considerando osservazioni storiche della specie che hanno interessato proprio le isole Egadi. Infatti nessun degli animali marcati aveva lasciato la piattaforma della Sicilia, spingendosi verso i vicini arcipelaghi siciliani. Levanzo e Favignana sono due isole dell’arcipelago delle Egadi. Risultano protette a mare, ma non sulla terrà ferma, dove si esercita la caccia, pur essendo zone cruciali per una serie di specie protette.
Le aquile di Bonelli, nella loro prima fase di vita. trascorrono molto tempo a perlustrare il territorio, volando instancabilmente per centinaia di chilometri osservando, valutando e memorizzando luoghi idonei per stabilirsi, riprodursi in sicurezza e allevare la prole. In questo caso le isole potrebbero presto (ri)vedere la presenza stabile, almeno si spera, di qualche coppia del rapace.
L’incremento del numero di individui di questa specie sull’Isola, che è in corso da quando in Sicilia si sono messi in campo interventi volti a minimizzare il furto di uova e pulcini dai nidi da parte della squadra del LIFE ConRaSi e dei volontari del Gruppo Tutela Rapaci, sta probabilmente creando le condizioni per una possibile ricolonizzazione di aree idonee fuori dalla Sicilia e dove l’animale era storicamente presente (in particolare l’Italia meridionale). Ciò sarebbe un grande risultato per chi si è posto come obiettivo finale quello di ripristinare una popolazione nazionale di aquila di Bonelli vitale a lungo termine.
Per fare in modo che queste ricolonizzazioni possano avvenire è necessario, però, fermare gli attacchi dei bracconieri nei confronti di questi animali rari e protetti. È indispensabile che sia le forze dell’ordine, che le istituzioni che governano il territorio, mettano rapidamente in campo azioni e provvedimenti per contrastare il bracconaggio di questi animali rari e protetti per la cui sopravvivenza anche l’Unione Europea sta finanziando con entusiasmo progetti nazionali.
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