All’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, il litorale di Capo Granitola, uno dei pochi tratti di costa siciliana ad oggi rimasti largamente integri, rischiò di essere irrimediabilmente devastato da un progetto di polo industriale simile, per scala, a quelli di Gela, Melilli, Augusta, Milazzo e Termini Imerese. Un progetto che oggi, col senno di cinquanta anni dopo, potremmo definire del tipo “cattedrale nel deserto calata dall’alto”.
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