«All’orizzonte si intravedono le isole Egadi. Scenario sfumato per una città che fu base navale dei cartaginesi, dei romani, degli arabi, degli aragonesi. Oggi non sfugge, come tutti i grandi centri, alla disordinata febbre edilizia che la sta snaturando». Era così che Leonardo Sciascia descriveva Trapani in un lungometraggio dedicato alla Sicilia vista dal cielo, con un susseguirsi di ambienti naturali e geografici diversi ripresi da Folco Quilici. Un lungometraggio del 1970 che dimostra quanto Sciascia vedesse lontano. Ma prova anche che, nonostante siano passati più di trent’anni dalla sua morte, Leonardo Sciascia rimane uno degli scrittori più amati dagli italiani e mai dimenticati. Proprio per questo è stata avviata l’iniziativa Maratona Sciascia sui canali social di Strada degli Scrittori che coinvolge, da oggi 8 gennaio e fino a domenica 10, scrittori, giornalisti, registi, attori, politici, artisti, docenti universitari, giuristi e filosofi. Cento voci per ricordare i cento anni dalla nascita di Leonardo Sciascia. In tre minuti, queste personalità racconteranno Sciascia con un aneddoto, una riflessione critica o una pagina dei suoi scritti. Tra i grandi nomi Marcello Sorgi, Pif, Catena Fiorello, Nando Dalla Chiesa, Valentino Picone e Stefania Auci. Ma Leonardo Sciascia non fu solamente uno scrittore e un politico amato da tutti. E non può essere solamente denominato come una delle grandi figure del Novecento Italiano. Leonardo Sciascia era molto di più, soprattutto per il nostro territorio. Fu lui, infatti, uno dei pochi a raccontare, per anni, il terremoto del Belice. Fu lui che si concentrò sui ritardi dei soccorsi ai terremotati. E fu lui che istigò il Presidente della Repubblica Saragat e il Presidente del Consiglio Leone quando scrisse «Noi proponiamo che l’Onorevole Leone venga, per qualche giorno, ad esercitare il suo alto ufficio nelle baracche in cui i sindaci di Santa Ninfa e Montevago esercitano il proprio. Anche l’Onorevole Saragat dovrebbe vivere per qualche giorno in una delle baracche del Belice». Ed è proprio per la sua lotta continua, durata anni, che la provincia di Trapani, colpita gravemente dal terremoto del 1968, non può che amare questa figura ed essergli grata perché, dopo la catastrofe, siamo rinati socialmente grazie anche al suo sostegno. Ed oggi, a cento anni dalla sua nascita, non possiamo che affermare che Leonardo Sciascia ci manca e che continueremo a leggere le sue pagine di romanzi, di racconti e di denunce senza mai stancarci. Perchè Leonardo Sciascia non può stancare.
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