Aree protette e biodiversità | Scienze e ricerca
I coralli arancioni che tappezzano le grotte sottomarine attaccano e si cibano insieme di meduse luminose
[1 agosto 2018]
Nello studio “Protocooperation among small polyps allows the coral Astroides calycularis to prey on large jellyfish”, pubblicato su Ecology, un team di scienziati italiani e britannici ha dimostrato per la prima volta che i coralli possono cooperare per catturare e divorare meduse che vengono portate dalle correnti contro le pareti delle grotte in cui vivono. Il team ha fatto questa scoperta in diverse località del mediterraneo italiano e in particolare nell’Area marina protetta delle isole Egadi e a Panarea e Pantelleria.
Le osservazioni condotte da Luigi Musco (Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli), Tomás Vega Fernández (Anton Dohrn e CNR – Istituto per l’ambiente marino costiero), Erik Caroselli (università di Bologna), Fabio Badalamenti (Anton Dohrn e università di Edinburgo) e John Murray Roberts (School of geosciences, università di Edinburgo), hanno rivelato che i coralli, che si nutrono principalmente di plancton, sono in grado di catturare una preda molto più grande e pericolosa come una medusa urticante. All’università di Edimburgo spiegano che «Mentre le meduse cercano di nuotare, sfiorano i singoli coralli che le attaccano a loro. Questo sforzo coordinato per catturare la preda avvantaggia il corallo – una specie arancione brillante chiamata Astroides calycularis – dando ad ognuno che riesce ad accedervi un pasto abbondante»
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