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L’isola di Favignana ha perso un pezzo di storia. Si è spento nella sua casa in centro sulla più grande delle Egadi, Gioacchino Cataldo, l’ultimo rais della mattanza. Da qualche tempo Cataldo stava male, poi a inizio estate una caduta proprio su una barca lo costrinse a muoversi con difficoltà e a essere ricoverato in ospedale.
Ed è stato l’inizio della fine, senza più il suo mare, i suoi gabbiani. Sì, perché Gioacchino Cataldo, uomo dal fisico imponente, il gigante buono, “viveva” col mare: «Io ci parlo»disse in un’intervista di qualche anno fa. Negli anni della mattanza guidava la ciurma dei tonnaroti e lui si divideva tra la banchina e il mare tra Favignana e Levanzo. Poi, nei giorni di mattanza, era il maestro di una squadra a più mani pronti ad arpionare tonni nel rosso mare macchiato di sangue. In una delle ultime “calate”, Gioacchino Cataldo si vestì anche con abiti d’epoca davanti ai turisti condotti sulla mattanza per assistere a un rito antico.
«Voglio ricordarlo in tutta la tua forza, in tutta la bellezza di un lavoro duro di cui lui comprendeva il valore sacro, in un gesto che consacrava il suo rapporto di amico/nemico del tonno – ha detto l’amica Maria Guccione – tutti, prima o poi moriremo, ma alcune morti ci rendono più poveri e soli di altre, ci privano di immagini di forza e bellezza che per tutta la vita abbiamo dato per scontate ma che oggi ci fanno guardare alla loro scomparsa come ad una ingiustizia insopportabile. Continueremo a parlare di Gioacchino, a ringraziarlo per ciò che ci ha donato».
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