Se non hai un mezzo, un’auto, uno scooter, una bici, non puoi muoverti a Favignana. Se non sei autosufficiente, puoi star lì fermo una vita, sotto la pensilina, ad aspettare il bus che non passa.
Non ci sono più gli autobus pubblici a Favignana, per un contenzioso che si è venuto a creare tra il Comune e la Tarantola Bus srl, la ditta incaricata a svolgere il servizio. Tutto questo succede ad agosto. Succede quando Favignana, vera perla della Sicilia occidentale, brulica di turisti, di villeggianti, di persone che sbarcano anche per un solo giorno a visitare le calette. Tutto questo adesso non si può fare.
E’ successo infatti che la Tarantola ha interrotto il servizio. Si legge, infatti, sul sito della società che “In assenza del pagamento da parte del comune dei corrispettivi maturati per servizi regolarmente espletati nel corso del 2018, e da mesi legittimamente rivendicati, e per la mancata stipula del contratto, non ha risorse per proseguire il servizio”. Il tutto – continua la società – per “responsabilità esclusive dell’Amministrazione Comunale”. Il servizio è fermo dallo scorso 21 luglio e sta creando non pochi disagi ai tanti turisti che stanno visitando l’isola. Al momento c’è solo un autobus privato che effettua un servizio turistico in giro per l’isola. Ma, appunto, è un servizio privato e turistico, con prezzi anche più alti: si parla di 6 euro a corsa, contro l’euro e trenta dei bus pubblici. La Tarantola effettua le corse a Favignana da parecchi anni e viene sovvenzionata con fondi pubblici. E’ la Regione infatti che gira i soldi al Comune che poi paga la società. Si parla di circa 200 mila euro l’anno.
Ma com’è questa storia dei pagamenti? Secondo la società è colpa dell’amministrazione, che non paga, e per protesta si ferma il servizio. Per il sindaco Giuseppe Pagoto è colpa della ditta che è in liquidazione e che non ha voluto sottoscrivere il contratto di proroga fino al 30 settembre. Si tratta di uno di quei pasticci burocratici e molto siciliani che cadono sempre nei momenti meno opportuni. “L’anno scorso è scaduto il contratto, allora abbiamo fatto una proposta di proroga specificando determinate clausole alla ditta. Non hanno voluto accettare, hanno viaggiato fino a luglio e adesso hanno interrotto il servizio. La Tarantola pretendeva il pagamento di tutto il corrispettivo senza firma del contratto. Ma così non li potevamo pagare, come hanno detto i tecnici dei nostri uffici”, è la versione del sindaco Pagoto.
E ora che succede? “Non si può parlare di interruzione di pubblico servizio perchè non c’è un contratto firmato – precisa il sindaco Pagoto. Ma ci riserviamo di chiedere un risarcimento. Stiamo cercando una soluzione alternativa. Speriamo di fare un bando noi come Comune, anche se ovviamente non si riuscirà a portarlo a termine entro l’estate. Il problema non è solo per la stagione estiva e i visitatori, ma dobbiamo pensare a quando riaprirà la scuola”. Per il sindaco la tarantola ha fatto un errore a non proseguire, perchè proprio in agosto le entrate aumentano con più turisti che pagano il biglietto. Il punto sembra essere quello dei pagamenti e della firma di quella proroga del contratto con nuove clausole. Ma c’è un’altra voce che gira per le Egadi, ed è quella su una serie di verifiche che si stanno facendo sull’effettivo chilometraggio percorso dai bus della Tarantola e che determinano il corrispettivo poi da pagare alla società. Verifiche sulle quali il sindaco non ha voluto dire nulla. “Preferisco non parlarne” ha detto, che equivale ad una mezza conferma che qualcosa si sta cercando di capire. Fatto sta che i bus non girano, si sta smobilitando tutto. E le calette e i luoghi prima raggiungibili con poco in bus adesso sembrano più lontani e costosi.
[leggi su tp24.it]