IL PROGETTO Raddoppio delle tratte, scali importanti come mete di viaggio ma soprattutto per portare turisti, un investimento notevole (di soldi pubblici) pronto a duplicarsi e un’attenzione che si assicura non è mai stata così concreta. Il piano di rilancio dell’aeroporto San Francesco passa per queste linee. E la speranza è sempre quella che il Covid non faccia restare tutti a terra. Il piano parte dagli accordi con le compagnie aree che hanno ufficializzato le tratte da e per Perugia per la prossima estate: è stato riprogrammato a partire dal 24 aprile il volo su Rotterdam con due frequenze settimanali operato da Transavia. Continuano i voli settimanali su Trapani con Taranjan Jet. Dal primo maggio volo per Palermo, mentre il 3 maggio sono previsti i voli per Cagliari (nuova rotta) e Lamezia; infine, il 4 maggio si vola su Catania. Tutte le destinazioni sono operate con due frequenze settimanali da Ryanair. Secondo la nota diffusa dall’aeroporto, inoltre, a giugno è programmata la ripresa dei voli su Londra Stansted da 3 fino a 6 voli settimanali (a seconda della domanda) così come per Malta e Bruxelles con due frequenze settimanali. Anche questi voli saranno operati da Ryanair con B737-800 e B737 Max da oltre 200 posti. Il 15 giugno è programmata la ripresa del collegamento con Tirana, due volte a settimana con Albawings. Novità anche il volo di Vienna in programma da giugno, con due voli alla settimana con Laudamotion del gruppo Ryanair. Infine, c’è in programma l’arrivo di una doppia frequenza settimanale su Olbia che partirà il 6 giugno con Lumiwings. Voli in stato di pubblicazione già prenotabili (Covid permettendo). «Pur con tutte le incertezze che ancora permangono circa la rapidità della ripartenza di tutte le attività economiche, fra cui il turismo e il trasporto aereo si legge nella nota dell’aeroporto dell’Umbria -, la programmazione dei voli da parte di tante compagnie aeree è un dato confortante che induce a guardare con ragionevole ottimismo al superamento di questo delicato momento». Il piano punta a un flusso di 250mila passeggeri l’anno, cioè il ritorno al massimo mai conseguito nella storia del San Francesco e che alla Regione costerà 3 milioni di euro. L’obiettivo? L’aumento dei transiti, con nuove rotte per Spagna e Nord Europa, per arrivare al target del piano industriale: 500mila passeggeri in un anno grazie al volo per Monaco, un collegamento con un hub internazionale che possa portare tutto il mondo in Umbria già dal 2022. Per un investimento di 5,5 milioni di euro. Una spesa da affrontare in prospettiva, puntando sull’incoming e la capacità attrattiva dell’Umbria. Per questo resta Lamezia, con la Calabria che rappresenta un mercato importante, come Rotterdam, visto che i Paesi bassi sono il maggior mercato turistico per l’Umbria dopo la Germania. Così, è il ragionamento della società, se da una parte ci sono tratte che consentono agli umbri di viaggiare (Trapani per l’amata Favignana, Olbia per la Costa Smeralda per esempio), dall’altra la parola d’ordine è incoming, partendo dal volo per Stansted (con gli inglesi che amano l’Umbria e qui amano investire) fino alla novità di Vienna. Fin qui il volo – sulla carta – sembra senza turbolenze. Anche se su aerei di compagnie piccole e meno blasonate che riportano alla mente la beffa di Fly Volare e il mezzo milione di euro che la Regione ancora deve pagare per un accordo che si è rivelato farlocco. Il vuoto d’aria nello stomaco semmai viene pensando alla prossima assemblea dei soci della Sase in cui si dovrà discutere la ricapitalizzazione che ripiani il buco: voci molto insistenti parlano di soci che potrebbero scendere o snellire la loro partecipazione. E per adesso non è previsto l’arrivo sperato di nuovi investitori: sarà quindi la Regione a mettere mano al portafogli. Nuovi soldi pubblici (gli unici, dicono i ben informati, che possono realmente puntare al rilancio) per far prendere il volo all’Umbria. Sperando come ormai ci si è abituati non li porti solo via il vento.Egle Priolo© RIPRODUZIONE RISERVATA
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