Da qui, guardando il mare, già si intuisce l’Africa. L’immaginazione corre veloce sulle onde per approdare sulle rive di una terra che molto ha in comune con questa. Il calore che l’isola sprigiona, d’estate, è una coperta densa e pastosa che va dall’entroterra al Canale di Sicilia. A mezza via tra Mazara e Pantelleria, c’è la secca del Banco Graham che nasconde, ad appena sette metri sotto il livello del mare, il cono sommitale dell’isola Ferdinandea, comparsa e riscomparsa – per i capricci di un vulcano sottomarino – nell’ormai lontano 1831, quando Mazara e l’intera Sicilia erano sotto il dominio dei Borboni. Questo bellissimo arco di costa siciliana racchiude molte gemme: da Castellamare del Golfo si arriva a Trapani, il capoluogo; quindi, prima di giungere a Marsala (la città dei Mille di Garibaldi) si vedono al largo le isole Egadi e, prossime alla costa, quelle dello Stagnone con l’emozionante isola fenicia di Mozia; Mazara è alla fine dell’arco, dove la costa piega verso sud per raggiungere altre meraviglie: Segesta, Selinunte.
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