da Ustica a Kizlan alla Scoperta dell’Archeologia Sommersa

(ANSA) – ROMA, 26 NOV – Dalla Baia sommersa nei Campi flegrei ad Alessandria d’Egitto, Cesarea Marittima in Israele, Kizlan in Turchia, un tuffo nel blu alla scoperta di quello che si presenta come una sorta di Museo sommerso del Mediterraneo antico. Parte dall’Italia e attraversa il Mediterraneo accendendo i riflettori sulle meraviglie del Turismo Archeologico subacqueo il nuovo itinerario culturale europeo “Mediterranean Underwater Cultural Heritage”, presentato oggi a Paestum alla XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. Un argomento centrale della convention di quest’anno, sottolinea il direttore e fondatore della Borsa Ugo Picarelli , perché proprio da Paestum in occasione del ventesimo anniversario della Convenzione Unesco sulla Protezione del patrimonio culturale subacqueo parte l’iniziativa di presentare il nuovo itinerario al Consiglio d’Europa. “Un itinerario va a colmare un vuoto, dal momento che tra i 45 attualmente certificati non ce n’è uno dedicato all’archeologia”, sottolinea il direttore della BMTA , ricordando commosso la figura dell’archeologo Sebastiano Tusa, che nel 2004 ha istituito la Soprintendenza del Mare in Sicilia, “grazie a lui ho compreso le grandi potenzialità di sviluppo turistico ed economico offerte dal patrimonio sommerso. La Sicilia vanta 25 itinerari in 16 località, frutto del grande lavoro di Sebastiano, ma è manchevole sul fronte dello sviluppo dei servizi turistici integrati nelle località di interesse per cui, almeno per adesso, non può offrire un vero prodotto turistico” La proposta mette in rete i siti archeologici subacquei di Baia Sommersa nei Campi Flegrei e Parco Sommerso di Gaiola (Campania); Isole Egadi, Pantelleria, Plemmirio e Ustica (Sicilia); Egnazia, Isole Tremiti, San Pietro in Bevagna (Puglia); Capo Rizzuto (Calabria); Pavlopetri e Peristera (Grecia); Alessandria d’Egitto (Egitto); Cesarea Marittima (Israele); Kizlan (Turchia) Un patrimonio incredibilmente prezioso che in Italia conta quattro siti e che, come sottolineano Fabio Pagano direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei e Paolo Giulierini Direttore del museo Archeologico Nazionale di Napoli sarebbe giusto rendere fruibile anche a chi non fa immersioni.    “Il Parco sommerso di Baia è uno dei luoghi più iconici dei Campi Flegrei – sottolinea Pagano -Il nostro obiettivo è portare l’eredità antica nel contemporaneo per raccontare storie antiche guardando al futuro”. E proprio per questo, annuncia Giulierini, il museo napoletano sulla falsariga di quella che fu la mostra “Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo”, voluta da Tusa, allestirà una sezione permanente che ruoterà intorno all’importanza del Mar Mediterraneo.    Se la Sicilia con i suoi 25 itinerari è la regina dell’archeologia sommersa italiana il Belpaese può contare però oltre alla Campania anche sui siti di Puglia e Calabria. La Grecia partecipa con Pavlopetri e Peristera; Alessandria d’Egitto per l’Egitto; Cesarea Marittima per Israele; Kizlan per la Turchia.    “La ricerca archeologica subacquea è riuscita a riportare alla luce testimonianze di straordinario valore – fa notare Louis Godart, componente del Consiglio scientifico della “Maison de l’histoire européenne” al Parlamento Europeo – La scoperta del relitto di Ulu Burun, databile al II millennio a.C. lungo le coste della Turchia, permette oramai di illustrare in modo concreto non solo l’intensità dei rapporti tra il Vicino Oriente e l’Egeo, ma anche la diffusione della scrittura in ambito non palaziale”. Per i più avventurosi un patrimonio tutto da scoprire (ANSA).   

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